Cgil Cisl Uil Puglia: Emiliano basta con le liste d’attesa per i cittadini

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L’alternativa non può essere solo andare a pagamento

È tempo che la Regione Puglia vari subito il Piano Regionale per il “governo delle liste di attesa” e che ogni ASL approvi il Piano Aziendale per favorire l’accesso alle cure dei cittadini. Non servono Disegni di Legge regionali. Occorre separare i canali per le diverse prestazioni sanitarie in due distinti flussi:

1. Primo accesso per le prime visite e le prime prestazioni diagnostiche/terapeutiche prenotabili attraverso i CUP;

2. Presa in carico dei pazienti cronici per i controlli successivi (che vanno programmati e prenotati direttamente dal Medico o dalla struttura che prende in carico il paziente).

Occorre per assicurare la presa in carico rafforzare la Medicina Territoriale, attivando subito strutture, quali i Presidi Territoriali di Assistenza (PTA), gli Ospedali di Comunità, gli Ambulatori della cronicità, deputate a soddisfare il rispetto dei tempi di attesa per il 100% delle prestazioni, comprese TAC e RMN, distribuite secondo uno standard di popolazione, con il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale. Occorre rafforzare i sistemi di prenotazione, potenziando organizzativamente i CUP Aziendali, integrandoli in un unico CUP sovra Aziendale. Occorre rendere trasparenti le Agende di prenotazione di tutti gli erogatori pubblici e privati accreditati che devono essere tutte visibili ai CUP. Occorre ampliare in ogni ASL l’offerta di prestazioni sanitarie, in orari e giornate più favorevoli ai cittadini, prevedendo l’apertura dei Servizi sino alle 22 nei giorni feriali e di Sabato e Domenica dalle 8 alle 20, oltre all’attivazione in ogni Distretto di Ambulatori aperti, in modo da soddisfare il surplus di domanda, anticipando gli appuntamenti a partire dalle attese più lunghe e consentire l’azzeramento delle “code”. Occorre per ampliare l’offerta sanitaria che la Regione sblocchi le assunzioni di personale per coprire le inaccettabili carenze (oltre 5.000 tra Medici, Infermieri, tecnici sanitari ed OSS) che stanno pregiudicano il diritto alla salute. Nell’immediato, in attesa che si assumano gli operatori, occorrono programmi finalizzati per facilitare l’accesso alle prestazioni, rendendo disponibili risorse per aprire i Servizi e gli Ambulatori fino alle 22 e nei giorni festivi, fissando obiettivi “negoziati “, verificabili, sostenuti da incentivi economici in favore del personale impegnato, in presenza di carenze strutturali e/o di organico. Occorre monitorare e controllare in ogni ASL i tempi di attesa per le prestazioni in regime di attività libero-professionale intramoenia, prevedendo la temporanea limitazione o sospensione dell’esercizio di questa attività per le equipe e/o per i Medici che non garantiscono l’equilibrio tra attività istituzionale e libero professionale. Occorre che in ogni Azienda Sanitaria Locale venga adottato un Piano Aziendale sul funzionamento delle singole unità operative e sui volumi da assegnare” rispettivamente” all’attività istituzionale e all’attività libero professionale intramoenia (ALPI).